Un paese e la sua storia
Bevilacqua è una piccola frazione di confine, divisa fra i due comuni di Cento (Fe) e Crevalcore (Bo). La sua storia è ricca di riferimenti che la collegano all'insediamento dei Romani nel III secolo a.C. nell'Italia centro-settentrionale. Nell'Alto Medio Evo, il territorio era sotto la
giurisdizione del Monastero benedettino di Nonantola, molto potente, che controllava le terre fino a Ravenna; nel secolo XI si formarono le prime comunità rurali e nel 1463, il 14 Aprile, l'abate di Nonantola concesse in enfiteusi il territorio al Marchese Bevilacqua con l'obbligo di
bonificare le terre e di costruire una chiesa e una casa per il sacerdote. La chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo Apostolo, chiamata Chiesa Bianca, fu consacrata il 6 Giugno 1490 dal Vescovo di Sarsina. Distrutta
dal tempo fu riedificata nel 1818, grazie ai cugini Camillo e Francesco Bevilacqua, su disegno di Padre Francesco Beccari di Lendinara, dall'Architetto Ungarelli Antonio. La Chiesa è maestosa, di stile neoclassico sia all'esterno che all'interno e ha mantenuto quasi tutti gli arredi
originali. Un momento forte della vita religiosa della comunità è la festa del patrono San Giacomo il 25 Luglio. La popolazione bevilacquese è molto unita da quando i due nuclei, quello centese e quello crevalcorese sono stati posti sotto la stessa parrocchia con un decreto della Curia
nel 1935. La parte bolognese del paese si stende tutta sull'antico latifondo dei Bevilacqua; il pregevole palazzo, che nel secolo XV il Conte Gherardo fece costruire come dimora di campagna, abbellita da torri nel secolo XVI,
è un bell'esempio di architettura padana, purtroppo ora si trova in condizioni degradate.
La bella corte intorno al palazzo fu dotata nel 1719 di una chiesa privata dedicata alla Beata Vergine di Loreto che ora è sconsacrata e in stato di abbandono. La parte ferrarese appartiene alla Partecipanza di Cento, un'istituzione storica che risale alla famosa contessa Matilde di
Canossa che donò queste terre del Pagus Perseceta alla Chiesa e quindi al Vescovo di Bologna che incominciò a cederle in enfiteusi. Nacquero così nel secolo XIII delle comunità rurali rette da Statuti, patti che regolavano le ripartizioni fra le famiglie e imponevano la bonifica delle
terre ai coloni: erano le famose Partecipanze agrarie le cui regole, a distanza di 700 anni, sono ancora rispettate.
Un punto di riferimento per la devozione locale, e non solo, è il santuario della Madonnina della Valle, un oratorio che si trova nel comune di Crevalcore, sorto nel 1902, ma il culto alla Vergine risale al secolo XVIII quando la valle era adibita a risaie. L'immagine venerata è una
terracotta votiva dall'iconografia molto popolare, ma anche molto dolce: è una mamma che tiene in braccio con tenerezza il suo bambino. La festa della Madonnina richiama fedeli da ogni parte e viene festeggiata la seconda Domenica di Ottobre fin dal 1888. Il paese è piccolo, ma la sua
storia è alquanto originale ed interessante.